Un Senzatetto felice
Da sempre sono attratta dagli “ultimi”. Così come li chiamava Madre Teresa. Non a caso a sessant’anni sono partita come volontaria da sola per Kolkata in India dove risiede la prima Casa di accoglienza per morenti fondata da Madre Teresa nel 1953.
La casa ospita in due stanzoni separati 100 morenti 50 maschi e 50 femmine. Queste persone sono portate lì dalla strada, fortemente denutrite e malate delle malattie che noi consideriamo come le più pericolose, TBC, Tifo, Scabbia, Malaria, tutte malattie di origine batterica, non virale, ne di tipo degenerativo oncologico, curabili con gli antibiotici e la penicillina.
Ma queste persone non hanno di che nutrirsi, vestirsi, e tantomeno curarsi. Vivono ai margini della società dei consumi e la loro speranza è la religione, con la teoria della reincarnazione. Pagano un debito karmico, qualcosa che va pareggiato per liberarsi da questi pesi nella prossima incarnazione. Lo fanno per se, ma anche per i propri figli, per non lasciare loro un’eredità karmica pesante.
Mi sono chiesta tante volte perché attiro sempre queste esperienze e queste persone. Anche per quanto riguarda le mie relazioni affettive e di coppia. Gli uomini con i quali ho avuto le relazioni più lunghe erano quasi sempre persone bisognose, o per motivi economici o per motivi di salute.
Penso ad esempio all’ultima storia d’amore con un uomo che mi sembrava proprio quello che stavo aspettando da molto tempo. Stessi valori, stessi interessi, stesse passioni. Tutti e due grandi amanti della libertà che si esprimeva nel ballo libero ovunque ci fosse della musica, alla barca a vela per navigare liberi nel mondo.
Con lui ho conosciuto davvero cosa significa amare qualcuno, non sentire più differenze, mai un contrasto, tutti e due sulla stessa rotta. Una vita semplice, leggera e felice.
Dopo solo otto mesi dal nostro magico incontro lui ha cominciato ad avere dolori devastanti alle gambe e poi velocemente in tutto il corpo ed esattamente un anno dopo il nostro incontro se ne è andato con un cancro al pancreas lasciandomi in un buco nero che ancora oggi non sono riuscita completamente ad illuminare.
Alcuni anni dopo ho incontrato un africano, mussulmano, che mi ha fatto scoprire il mondo dell’Islam, dell’Africa con tutti i suoi valori. Un mondo che ho sempre aborrito a causa della credenza diffusa che in quei luoghi le donne vivevano una vita discriminata e sacrificata. Anche lui sempre al limite della sopravvivenza, bisognoso di tutto.
La storia con l’amore africano è finita dopo un paio d’anni, e anche lui l’anno scorso se ne è andato con un cancro ai polmoni anche se era da sempre un non-fumatore, che l’ha portato via in poco tempo.
Da qualche tempo ho incontrato un signore di origine algerina, un “senzatetto” che vive nel parco dove vado a camminare. Sono molto colpita da come lui vive questa scelta, quella di vivere in un parco. E’ un uomo di 54 anni curatissimo, sempre perfettamente sbarbato, con mani e unghie pulite e vestiti in perfetto ordine. Lui si lava alla fontanella del parco e dorme sui cartoni. Mangia alla mensa della Caritas. Non si lamenta mai, ha un’aria molto serena e per niente preoccupata. Lui si sente al posto giusto e dice di essere felice ed io ci credo.
Raramente ho incontrato persone che ammettono di essere felici e di essere al posto giusto. Io stessa mi faccio abbastanza spesso questa domanda e non riesco sempre a rispondermi così serenamente come invece sa fare lui.
Negli ultimi giorni gli ho chiesto di aiutarmi a fare dei lavoretti e poi gli ho dato trenta euro per il lavoro. Il giorno dopo è arrivato con un paio di scarpe nuove, le altre, qualcuno gliele aveva portata via mentre dormiva.
Ogni tanto un suo conterraneo gli allunga qualche euro, con quei soldi lui fa colazione al bar ogni mattina e si compra le cose che gli servono per essere sempre più che presentabile. Ho provato a suggerirgli dei lavoretti da fare tipo il dog-sitter. Nel nostro quartiere ci sono più cani che abitanti ma non mi sembra interessato. Anche lui come me sa che quando c’è veramente bisogno l’aiuto arriva sempre.
Da tutte queste esperienze ho imparato tante cose e soprattutto ho capito il motivo per cui non mi sono mai voluta sposare.
In questa vita sono chiamata ad essere al servizio degli altri e in particolare degli “ultimi”, con i miei talenti, il mio impegno e la mia responsabilità e soprattutto con il mio amore. Essere di esempio per gli altri, questo è il mio compito insieme a quello di evolvere come persona umana e spirituale e di aiutare gli altri ad evolvere.
Ed è quello che ho sempre fatto e in modo palese sto facendo negli ultimi venti anni, grazie alla mia Scuola di costellazioni familiari che ho chiamato Una scuola di vita, oltre ai numerosi corsi di Costellazioni familiari che conduco da venti anni ogni mese a Bologna e quando viaggio, in varie parti del mondo.
Così come il mio amico “Senzatetto” afferma di essere felice nella sua vita grazie alla sua scelta, così anche io sono felice nella vita e nel compito che ho scelto.
Angela
Settembre 28, 2024 at 6:46 amTi conosco da una ventina d’anni e posso solo ringraziarti per quello che sei, per come hai aiutato me e altre persone della mia famiglia a stare meglio. Quindi, il tuo obbiettivo è stato raggiunto! Tante esperienze e ricordi belli mi legano a te… grazie davvero 🙏🏻
GraziellaBertozzi
Settembre 28, 2024 at 6:02 pmGrazie infinite Angela per il tuo commento e per la tua amicizia