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SPIRITUALITA’ O RELIGIONE ? Un nuovo modo di intendere il sacro

Stamattina su Rai Radio tre ho ascoltato la trasmissione del sabato  UOMINI E PROFETI che parlava delle nuove spiritualità o spiritualità alternative.

Mi sono accorta che da sempre vivo quella che chiamano “nuova spiritualità” che non si rifà a nessuna religione in particolare.

Sono figlia di un padre marinaio “anarchico socialista” che non credeva in una vita dopo la morte quindi si poteva definire ateo, ma che onorava e pregava il mare, la madre, e la libertà. Questi erano i suoi valori.

Quando si trovò di fronte alla morte ne era terrorizzato, perché pensava che lì tutto sarebbe finito, ma era anche molto spaventato perché intuiva qualcosa, ma non sapeva cosa l’aspettasse veramente.

Negli ultimi momenti, mentre stava già rantolando, mi teneva stretta a lui come se volesse portarmi con sé in un luogo sconosciuto. Come un bimbo che ha paura e cerca la mamma.

Io invece fin da piccola ho vissuto la spiritualità come un collegamento con il Tutto.

Mi sono sempre sentita una particella di un grande Cosmo come una goccia dell’oceano. L’oceano senza quella goccia non è più lo stesso. Quando moriamo la goccia rientra nell’oceano da dove era venuta.

Ho incontrato molte religioni nei miei numerosi viaggi in giro per il mondo. Ho pregato con i mussulmani nelle varie Moschee, in Senegal, in Marocco, a Delhi in India. Ho pregato nei templi induisti, attorno alle Stupe buddiste, e ho partecipato a riti ebraici.

Le religioni mi hanno sempre incuriosito, ma non mi sono mai fermata, non ho mai sentito il bisogno di appartenere ad una di queste. A me è sempre interessato conoscere l’uomo inteso come Umanità.

Da piccola sognavo di fare l’antropologa. In realtà poi l’ho fatto senza aver studiato.
Ho incontrato molte persone di razza, religione, credenze diverse.

Ed è quello ce mi ha sempre nutrito l’anima, conoscere cosa spinge l’uomo a vivere la propria vita. Ad alzarsi al mattino per andare a lavorare. A sacrificarsi per la famiglia, per un obiettivo, per aiutare se stesso e gli altri.

Un giorno mentre stavo pregando nella Moschea in Senegal della loro città sacra Touba, un signore si avvicinò al mio amico Doudou e gli chiese se ero mussulmana.

Lui rispose di no che venivo dall’Italia ed ero cattolica e l’altro stupito lo guardò e gli disse: “Ma questa donna prega più intensamente e sembra più devota delle nostre donne di religione mussulmana!”.

Per me ogni luogo dove hanno pregato per millenni milioni di persone è un luogo sacro. Lì si sono depositate le buone intenzioni, le richieste di grazia, da parte dei credenti. Questo fa si che un luogo diventi sacro.

Per me Sacro significa tutto quello che è la rappresentazione del Divino.

Molti anni fa sono stata al Kumbh Mela di Nâshik una città sacra a trecento chilometri da Bombay  (oggi Mumbai) in India. Eravamo un gruppo di persone tutte alla ricerca di una esperienza davvero speciale.

Il Kumbh Mela è il più grande raduno induista del mondo: partecipano circa sei milioni di persone in un luogo di dieci chilometri quadrati vicino a uno dei quattro fiumi sacri dell’India.

Era il mattino del 27 luglio 2004 e alle 6 del mattino era previsto un eclisse di sole quasi completo. Un evento eccezionale. L’appuntamento era per tutti alle cinque e mezza sugli argini del fiume dove era possibile bagnarsi alle 6 precise tutti insieme. La folla era immensa, tutti pregavano e regnava una grande pace.

Cose così sono possibili solo in India dove la religione occupa uno spazio molto grande nella vita delle persone. Era una giornata piovosa e l’aria era umida e densa e odorava di escrementi. Tutti facevano tutto ovunque.

Anche io mi sono bagnata in questo fiume insieme a milioni di persone, e verso le 9 ebbi una strana sensazione. Ho sentito un freddo dentro di me e un odore di morte.

In quel momento ero con una compagna di viaggio e le dissi subito: “Andiamo via, qui è pericoloso!”. La zona era stata transennata per ragioni di sicurezza e io mi avvicinai al poliziotto che era lì di guardia perché nessuno poteva entrare né uscire dalla zona.

Mi avvicinai con fare carino e gli dissi che volevo uscire e tornare in hotel. Ma lui mi rispose che era impossibile, nessuno poteva entrare o uscire da lì. Io insistetti, ma niente da fare. Allora usai una strategia di seduzione femminile.

Gli chiesi “cosa fai stasera?” guardandolo con gli occhi da donna innamorata.

Lui resistette ancora un po’ ma poi cedette alle mie richieste e ci lasciò passare.

Facemmo appena in tempo ad arrivare in hotel che già alla televisione davano un servizio su un grave incidente successo proprio nel posto dove ero io con la mia amica.

In quell’area era passato un Sadu (santone indiano) benestante su una vecchia Buick, e aveva lanciato per aria una manciata di monetine che, grazie ad un unico raggio di sole, avevano luccicato.

A quel punto decine di persone si erano lanciate su quelle monetine creando una piramide umana. Uno sopra l’altro in un mucchio informe. Si contavano quaranta cadaveri soffocati dal peso dei corpi. Li tiravano fuori da sotto strisciando sul terreno. Una immagine agghiacciante.

Ero stata salvata dalla mia intuizione ma soprattutto perché avevo creduto nella vocina interiore.

In India la spiritualità soprattutto quella religiosa è molto presente. Ci sono tante religioni, alcune molto antiche. Il popolo indiano ha un forte legame con il divino.

Non manca comunque anche un nuovo Dio, il Denaro, e questo episodio lo mostra chiaramente.

L’essere umano non può vivere senza un collegamento con il Sacro con il Divino perché ognuno di noi possiede dentro di sé una scintilla divina che ci guida e ci protegge in questa esistenza  terrena.

 

Grazie

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