L’AMORE PER LA LIBERTA’ – La libertà non è gratis
Nella foto io e mio padre Gino nel 1953 sulla nostra prima batana a vela Laura 1 nel mare di Viserba
La libertà non è gratis: il prezzo da pagare è spesso la solitudine.
Mio padre non mi ha lasciato in eredità nessun bene materiale ma un dono molto più prezioso: “l’amore per la libertà”
Mio padre Nello detto Gino era nato a San Mauro Pascoli nel 1918 in una numerosa famiglia, tutti contadini da molte generazioni.
Fin da ragazzino si rifiutò di lavorare nei campi e andò per mare, come mozzo, sulle barche dei pescatori di Bellaria.
Mi sono sempre chiesta da chi avesse preso questa passione e solo negli ultimi tempi, grazie alle Costellazioni familiari, ho capito quale fosse il vero desiderio della sua anima.
Lui non era il figlio del marito di sua madre, Pietro, ma di uno zio, fratello più giovane di Pietro.
Nel 1918 quando Pietro, tornò dalla prima guerra mondiale, mio padre era appena nato e facendo i conti con l’ultima licenza era chiaro che non poteva essere figlio suo.
Nella grande famiglia patriarcale vivevano diversi nuclei dello stesso sistema familiare. Tutti i maschi adulti erano andati in guerra e a casa era rimasto solo un giovane di 17 anni.
Il padre biologico di mio padre non poteva che essere lui, il fratello più giovane di suo marito. Mia nonna Emilia aveva amato due fratelli.
La cosa fece grande scalpore e Pietro fu costretto a ripudiare la moglie che amava tantissimo. Lei tornò a casa da suo padre Nicola che la accolse con i due figli, mio padre e la sorella più grande Anita.
Il mio bisnonno Nicola era un socialista impegnato nella “lotta per la terra” dei primi del ‘900 ed era un uomo illuminato.
Chiamò suo genero Pietro e gli disse: “Bada bene, Pietro, mia figlia Emilia è a casa mia che è anche casa sua con i suoi due figli e ci può restare tutto il tempo che vuole, ma sappi bene che oggi è mercoledì e se tu non la vieni a riprendere entro sabato, non la vedrai più.”
E così Pietro mandò giù il rospo e il sabato mattina tirò fuori il calesse con la cavallina e andò a riprendere sua moglie con i due figli.
I due sposi vissero felici e contenti per altri settant’anni ed ebbero altri 6 figli ed un aborto, come soleva sempre rispondere mia nonna quando le veniva chiesto quanti figli avesse avuto.
Grazie alle Costellazioni familiari negli ultimi anni ho capito perché mio padre era diventato marinaio e non aveva seguito la tradizione familiare per diventare un contadino.
Andare in giro per il mondo, come ha fatto lui per tutta la vita, gli permetteva inconsciamente di cercare suo padre, che non ha mai saputo chi fosse veramente.
Come per mio padre, anche per me la passione per la libertà mi ha accompagnata per tutta la vita.
E’ sempre stata una grande emozione partire da un porto con una barca a vela.
La barca a vela è il mezzo più sicuro, la mia seconda pelle, è il mezzo che mi porta ovunque nel mondo, libera dai vincoli imposti dalla Terra.
In fondo sono sempre stata un po’ pigra, come anche mio padre e in barca posso girare il mondo senza dovermi muovere. E’ la barca che lo fa per me.
Il mare mi fa sentire libera.
Quando sono in mezzo al mare, lontano da qualunque punto di riferimento, se non il cielo e il sole di giorno e la luna e le stelle di notte, non mi sento più sola come sulla Terra, dove l’orizzonte è sempre limitato.
Sulla Terra mi perdo, sbaglio spesso strada, non mi ricordo mai come raggiungere un posto preciso anche se ci sono già stata più volte.
In mare questo non mi succede. Nelle lunghe ore di traversata del mare Adriatico per raggiungere l’altra costa, che di solito si fa di notte per arrivare dall’altra parte con la luce del mattino, si fanno spesso turni di due ore al timone.
Quando toccava a me alzarmi alle due di notte per iniziare il mio turno, uscivo dalla cuccetta di guardia già vestita e andavo al timone sapendo dove ero e dove dovevo andare.
Mi bastava sentire da dove veniva il vento e il movimento delle onde per intuire la direzione.
Mio padre traversava il mare Adriatico in barca a vela senza la bussola e sapeva sempre dove era il porto da raggiungere.
Lui non aveva il passaporto, che allora era obbligatorio per entrare nella ex Iugoslavia, ma solo il libretto di navigazione.
Un giorno gli chiesero di portare una barca a vela da Cervia a Lussino in quella che allora era la Iugoslavia. Lui partì con pochissime cose, senza soldi e con il libretto di navigazione suo unico documento di riconoscimento. Roba da galera!
Da sempre indossava un berretto da marinaio quello di cotone bianco con l’ancora stampata davanti.
Quando dopo una settimana tornò a casa in treno lo guardai sgranando gli occhi e gli chiesi: “Ma babbo, come hai fatto a passare almeno tre frontiere senza il passaporto?”
Lui mi rispose: “quando arrivavo alla frontiera tutti mi facevano il saluto come se fossi un ufficiale della Marina e mi lasciavano passare”.
Era un vero cittadino del mondo, quasi analfabeta, perché da piccolo invece di andare a scuola, come mi raccontò sua madre, andava a giocare a bottoni.
Però parlava tre lingue: il greco perfettamente, il tedesco e l’italiano, oltre al dialetto romagnolo che allora in Romagna era la lingua corrente.
Lui sentiva di non avere nulla a che fare con il padre che gli avevano attribuito, percepiva che non poteva essere suo figlio, ma nessuno gli aveva mai raccontato la verità.
Questo era ed è rimasto da sempre un segreto di famiglia.
Il suo bisogno di andare, in una incessante ricerca della verità, lo aveva reso molto solo.
I marinai vivono una vita in solitudine, come dice la canzone di Dalla e de Gregori “Ma come fanno i marinai……..”.
Nella mia vita mi sono spesso sentita sola, alla ricerca di mio padre che non c’era mai, e poi da grande, dell’anima gemella.
L’avevo trovata quell’anima, un marinaio come mio padre che viveva in una barca a vela. Ma il destino è più grande di noi e mi ha portato via quell’anima dopo solo un anno di convivenza felice.
Mio padre ha trascorso gli ultimi anni della sua vita sulla Terra, in solitudine, pieno di rabbia per non poter più andare in giro per il mondo e deluso per non avere trovato la verità sul suo vero padre.
Grazie alle Costellazioni familiari ho trovato, nella ricerca di me stessa e nell’aiutare gli altri, il senso della mia esistenza.
Grazie dell’attenzione
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