ultimi post

Costellazioni Familiari a Bologna > Costellazioni Familiari  > LA STORIA DI MIO PADRE – Gino il marinaio

LA STORIA DI MIO PADRE – Gino il marinaio

Ieri sera in televisione ho rivisto, forse per la decima volta, il film

Il mandolino del Capitano Corelli con Nicolas Cage e Penelope Cruz.

Quella è la storia di mio padre.

La storia si svolge in Grecia sull’isola di Cefalonia durante la seconda guerra mondiale.
Mio padre è là come marinaio di leva della Marina Italiana e l’Italia è ancora sotto il regime fascista.
Come alleata della Germania l’Italia è vittima in una delle azioni più efferate di quella guerra.
Quando l’8 settembre 1943 i tedeschi da alleati sono diventati nemici degli italiani che loro consideravano dei traditori, solo nell’isola di Cefalonia, ne furono fucilati qualche migliaio, cioè tutti coloro che non si allineavano con il nuovo regime della Germania nazista.

Mio padre riuscì a scappare grazie all’aiuto dei tre fratelli partigiani della sua fidanzata greca, Elena. Elena disse a mio padre di firmare come collaborazionista dell’esercito tedesco così non fu deportato nei campi di lavoro in Germania o fucilato sul posto.
I fratelli partigiani di Elena lo fecero scappare dal campo dove era detenuto e lo portarono bendato per due interi giorni di cammino sulle montagne dell’Epiro, ad unirsi alla Brigata partigiana comunista greca. La brigata si chiamava Makedonia, dal nome del suo comandante originario di quella regione, la Macedonia.

Mio padre era alto magro con i capelli lisci corvini e gli occhi verdi. Ho ritrovato queste caratteristiche negli uomini dell’isola di Creta, uomini bellissimi e fieri proprio come mio padre. Lui aveva imparato perfettamente il greco di quella regione. Il suo nome greco era Iorgo (diminutivo di Georgius)  e nessuno sapeva che lui era italiano, a parte il comandante della brigata.

Mio padre era un pacifista, poi  quella non era la sua guerra, non doveva combattere per liberare dai tedeschi il suo paese, e così il comandante lo incaricò di fare l’attendente della sua famiglia, di proteggere e occuparsi della moglie e della figlia. Gli affidò anche una cavalla per gli spostamenti di nome Lisa e un asino per i trasporti che chiamava Gaiduri che è il nome greco di asino.
Lisa era la compagna di mio padre. Alla notte, nella stalla dove dormivano sulla paglia, lei si accoccolava con la testa vicino alla testa di lui. Lei lo amava e lo proteggeva. Un giorno mio padre per colpa di un ostacolo improvviso cadde da cavallo e svenne.  Lisa gli leccò la testa e lo scosse con il muso fino a fargli riprendere conoscenza.
Con l’asino  invece le cose non andavano così bene. Mio padre non gli stava simpatico, forse perché era geloso dell’amore e per le attenzioni che mio padre riservava a Lisa. Mio padre lo menava e la povera bestia gliela faceva sempre pagare facendogli i dispetti.

l compito della brigata partigiana era quello di fare evacuare le famiglie da un villaggio all’altro per sfuggire ai tedeschi che avanzavano in quella zona. Quindi spesso si doveva scappare di notte con donne, vecchi e bambini. Mio padre si prese la malaria e a volte aveva la febbre talmente alta che non ce la faceva a spostarsi, così i suoi compagni lo lasciavano lì con il rischio di essere preso e fucilato dai tedeschi.
Alcune volte era riuscito a rimettersi in piedi grazie ad un litro di latte di capra che gli dava un pastore greco.

Finita la guerra lui non tornò dalla sua fidanzata Elena per sposarla e vivere per sempre con lei in Grecia, come le aveva promesso tante volte, ma tornò a casa da sua madre Emilia. Dopo un anno incontrò mia madre e la sposò, ma il suo cuore è sempre rimasto in Grecia dalla sua amata Elena. Mio padre non se lo è mai perdonato e non è più stato veramente felice con una donna. Nemmeno con mia madre che tradiva regolarmente. Lui cercava nel volto di ogni donna il volto di Elena.

Anni fa sono andata alla ricerca di Elena all’isola di Kithira dove lui era vissuto per due anni con lei e l’ho trovata. Era quasi centenaria.
Sembra che dopo la relazione con mio padre non si sia mai più sposata e lo abbia aspettato per tutta la vita. A seguito di una seduta di Costellazioni familiari è emerso che quando mio padre partì per raggiungere la brigata partigiana Elena fosse incinta.  Il bimbo poi morì soffocato in circostanze poco chiare.

La storia di mio padre con Elena e la Grecia non ebbe un lieto fine come quella fra Antonio e Panagia i due protagonisti del Film, ma mi piace immaginare che il loro amore fosse molto simile a quello di mio padre e di  Elena.  Immagino anche che nei due anni vissuti insieme mio padre ed Elena siano stati molto felici.
Mio padre adorava la Grecia, quel modo di vivere, di pensare, di comportarsi era molto più adatto a lui di quanto poi non visse in Italia, suo paese di origine. Ha sempre detto che la Grecia era il suo paese di elezione.
Ma perché allora alla dine della guerra non è ritornato da Elena, come il protagonista del film,  per vivere una vita felice insieme a lei?

La risposta mi è arrivata di recente grazie al mio percorso con le Costellazioni familiari.
Mio padre non era figlio del padre anagrafico Pietro, ma di suo fratello.
Era il 1918 e mio nonno Pietro, quando tornò dalla guerra trovò un nuovo nato in famiglia che non poteva essere suo figlio.
La data della sua ultima licenza lo confermava senza ombra di dubbio.
Si scatenò il putiferio, tutti criticavano il nonno Pietro dandogli del cornuto e del codardo se non avesse ripudiato la moglie che lo aveva tradito con il proprio fratello mentre lui era in guerra.
Così lui fu costretto a ripudiare l’amata moglie che se ne tornò da suo padre Nicola con i due figli, mio padre e la primogenita Anita.

Passarono solo pochi giorni e il mio bisnonno Nicola andò a casa dal genero per dargli un ultimatum e disse:
caro Pietro, mia figlia Emilia è a casa mia che è anche casa sua con i suoi due figli, ma sappi bene, oggi è mercoledì che se non la vieni a riprendere entro sabato, non la vedrai più –
Pietro sapeva bene che suo suocero Nicola non stava scherzando. Fu così che Pietro il sabato mattina tirò fuori dal fienile il calesse con la cavallina e andò a riprendersi moglie e figli e vissero in pace per altri sessant’anni.

A quei tempi la famiglia di Pietro viveva e lavorava con un contratto di mezzadria in un grande casolare a San Mauro Pascoli in Romagna. La guerra aveva obbligato tutti i maschi con età superiore ai diciotto anni ad arruolarsi cosa che fece anche Pietro. A casa erano rimasti donne, vecchi e bambini.
Il fratello di Pietro aveva solo diciassette anni e quindi rimase a casa e si innamorò di Emilia che era appena ventitreenne. Si incontravano dietro ad un pagliaio dove non li poteva vedere nessuno e liberavano il loro amore e la loro passione ben consci della fragilità dell’esistenza.

Mio padre, anche se la cosa era stata messa a tacere, sapeva tutto e sentiva di dover proteggere sua madre da eventuali attacchi esterni. Il loro legame era così forte, lei lo adorava, proprio perché gli ricordava l’uomo che aveva amato, con il quale lo aveva avuto. Il figlio del peccato.  Lui era diverso da tutti gli altri figli, era il più bello, elegante e raffinato, un marinaio in mezzo a tutti contadini.

Mio padre era nato il 20 luglio 2018 a San Mauro Pascoli in Romagna da famiglia contadina. Non aveva mai amato lavorare la terra, diceva che era troppo bassa e faticosa, e poi bisognava stare chini per poterla lavorare. Lui invece voleva stare eretto, con lo sguardo fiero, e il portamento quasi da aristocratico.
Dove aveva imparato tutto ciò?
Non amava studiare e preferiva – marinare la scuola – per giocare a bottoni coi suoi amici. A soli otto anni si imbarca come mozzo con i pescatori di vongole di Bellaria di Rimini, e inizia così la sua vita da marinaio.

Non aveva ancora diciotto anni quando inizia il periodo di leva in Marina. Dopo il CAR periodo di addestramento, lo mandano a Trieste e lo imbarcano sulla nave più prestigiosa della Marina Italiana – L’Amerigo Vespucci – la nave scuola degli ufficiali.
Come era riuscito a farsi scegliere? Quel posto era riservato ai super-raccomandati e figli di ufficiali.
Questo non si è mai saputo, e sicuramente dimostra che mio padre nella vita otteneva quasi sempre ciò che voleva. È su questa nave che impara l’educazione, le buone maniere al punto da venir scelto, ancora una volta senza una spiegazione plausibile, prima come cameriere e poi come capo-cameriere del quadrante ufficiali, incarico di grande prestigio dove necessitavano qualità speciali di saper essere al servizio in modo raffinato. Lui si vantava di saper sbucciare una pera con coltello e forchetta, ed era vero.

Mio padre non dimenticò mai che era figlio di suo zio e che la madre aveva tradito il marito durante la guerra. E questo segreto era così forte che lo teneva legato al destino di sua madre come un amante nascosto.

Grazie per l’Attenzione

Comments:

  • Giulia Manfredini

    Novembre 27, 2022 at 10:48 am

    Grazie per aver condiviso questa storia di vite. Davvero toccante, avvincente e narrata molto bene. Mi hanno sempre appassionato le storie di famiglia (anche della mia). Spesso sono più avventurose e piene di cose dei films e dei romanzi. E sono vere. E noi veniamo da quelle storie.

Leave a reply

Contattami

    © 2024 - Costellazioni Familiari Bologna | Privacy Policy - Cookie Policy

    GRAZIELLA BERTOZZI

    Trainer SIAF ER101T-AF. Auditor SIAF Italia N° 58. Associazione di Categoria Professionale.
    Attività conforme ai sensi della Legge 4/2013.

    348 3906042

    info@costellazionifamiliaribologna.it

    © 2024 - Costellazioni Familiari Bologna | Privacy Policy - Cookie Policy