La mia esperienza con gli squali alle Maldive
Oggi sono finita su un servizio in TV che descriveva la vita degli squali alle Isole Maldive e mi è venuto quasi da piangere.
Dal 2012 al 2020 ho accompagnato piccoli gruppi di persone in barca su un veliero di 26 metri fra gli atolli delle Maldive. L’ultima data sarebbe stata ai primi di febbraio del 2020 se non fosse iniziato il periodo di chiusura per il COVID.
Nel guardare quelle immagini una grande nostalgia mi ha invaso provocandomi una forte emozione.
Il mondo sottomarino delle Maldive all’interno della barriera corallina è qualcosa che non si può immaginare e descrivere se non si prova. Lì sotto regna una pace ed un’armonia che dopo poco che mi appoggiavo sulla superficie dell’acqua con maschera e pinne mi dimenticavo completamente del mondo sulla terra. Avevo la netta impressione di essere ammarata su di un altro pianeta. Tutto lì sotto è pace e armonia e anche i pesci considerati più pericolosi come gli squali non mi facevano più alcuno effetto. I maldiviani mi dicevano che gli squali mangiano pesci e non amano la carne umana che per loro è molto puzzolente. Non ne dubito.
I nostri accompagnatori maldiviani con il Doni, la barca tipica da trasporto persone e merci nei mari delle Maldive, ci trasmettevano molta sicurezza e ci raccontavano che ogni giorno dell’anno migliaia di turisti e gente locale si immergono nelle acque brulicanti di squali. Ci insegnavano come nuotare tranquilli e di non fare mai movimenti bruschi.
Noi nuotavamo sempre vicino alla barriera corallina che divide l’atollo dall’oceano indiano. Lì le acque sono più calme e piene di pesci di tutte le forme e colori alcuni di loro pericolosi come le murene o le code delle mante, che danno scariche elettriche se le tocchi.
Invece nuotare con le tartarughe marine è fantastico. Se entri nelle loro grazie ti seguono mentre nuoti e se ti appoggi con le mani dolcemente sul loro carapace di portano a fare un giro. Sapendo come comportarsi non si corre alcun pericolo.
Un giorno stavo facendomi trasportare dalla corrente vicino alla barriera corallina quando mi sono trovata davanti una grande Manta che nuotava in modo sinuoso, molto elegante e femminile quando all’improvviso appena dietro di me è sfrecciato come un siluro un bello squalo a tutta velocità, una vera energia maschile, ed io ero lì in mezzo a loro tranquilla.
Questa passione per le Maldive era nata qualche decennio prima quando avevo poco più di vent’anni. Ero abbonata a National Geographic perché sono sempre stata affascinata dal viaggiare, conoscere il mondo e soprattutto il mare. Una passione ereditata da mio padre un vero marinaio che aveva navigato in molti mari del mondo ed era stato anche marinaio sull’Amerigo Vespucci la nave scuola della Marina Italiana.
Fin da piccola le mie passioni erano la danza, e i viaggi. Danzavo ovunque dove c’era musica. Ho cominciato a viaggiare ad appena 17 anni e continuo tutt’ora con i miei 75 anni.
Erano gli anni ’70 e un pomeriggio stavo danzando da sola in una osteria vicino a Bologna dove Sauro un avventore suonava il pianoforte. Dopo un po’ mi accorgo che un signore era entrato e mi guardava. Io ballo sempre con gli occhi chiusi così non ci faccio caso. Al termine della mia danza il signore si avvicina e mi dice: “Che ci fai qui con quella faccia da donna delle Maldive”? rimasi di sasso, nessuno a quei tempi conosceva le Maldive. Per arrivarci c’era una sola nave da trasporto merci che viaggiava una sola volta al mese. Su National Geographic avevo visto un servizio con foto sulle Maldive che descriveva Malé la capitale delle Maldive come la città più pulita del mondo.
C’erano delle foto che mostravano la città dopo la pioggia le sue case si specchiavano nelle pozzanghere. In quegli anni il problema dell’inquinamento ambientale stava iniziando ad esplodere perché la situazione era veramente drammatica. Non c’erano ancora leggi che impedissero alle aziende di scaricare in mare ogni genere di rifiuti, dai liquami, ai residui delle raffinerie. Nel Candiano, il porto di Ravenna, c’era talmente tanto mercurio, scarto della produzione dell’acetileide, che i gabbiani stramazzavano al suolo e i pescatori erano tutti diventati gobbi con forti dolori alle articolazioni. Il mercurio nel corpo umano si deposita nelle articolazioni impedendo i movimenti. I più colpiti erano i gatti che mangiavano solo pesce e i pescatori grandi consumatori. Io mi occupavo allora dell’ufficio stampa di una località turistica sul mare e avevo accesso alle informazioni. Volevo scappare, ripetevo che se avessi avuto un figlio lo avrei portato a vivere in un Kibbuz israeliano dove c’era rispetto per la natura e un ambiente pulito. Non avrei sopportato di crescerlo in Italia.
Le Maldive rappresentavano per me un sogno da realizzare assolutamente. L’occasione arrivò solo nel 1990 quando ci misi piede per la prima volta con un viaggio organizzato. Rimasi un po’ delusa, Malé non era più la città di venti anni prima, la plastica imperversava ovunque. Poi mi imbarcai e mi allontanai da Malé che su quasi 2000 isole dell’arcipelago era la capitale e quella più abitata. Quando attraversammo il canale che separava l’atollo di Malè dall’0ceano e arrivammo nell’atollo di RAA tutto cambiò. Le acque all’interno delle barriere coralline erano di un blu intenso, che si trasformava continuamente in un verde o in un azzurro a seconda delle nuvole che si specchiavano nel mare e venivano continuamente portate via dal vento. Fu allora che mi venne l’idea.
Dal 1990 avevo iniziato l’attività di Naturopata e organizzavo percorsi per la salute fisica emozionale e spirituale. Organizzare dei seminari in barca a vela dove utilizzare i colori delle Maldive per aiutare le persone a ritrovare un equilibrio psicofisico questo era il progetto. Il seminario si chiamava “Guarire con i colori delle Maldive” e ogni giorno attivavamo le qualità terapeutiche di un colore per poi focalizzare la nostra attenzione sui pesci di quel colore durante tutta la giornata mentre facevamo snorkeling.
Superare la paura degli squali è stato più semplice del previsto grazie ad una esperienza unica e per certi versi davvero originale. Una notte in una piccola insenatura i maldiviani avevano organizzato una festa con gli squali mettendo dei fari con una luce potentissima per attirare un gran numero di squali tutti in quella piccola insenatura. Fuori dalla luce emessa dai grandi fari la notte era completamente buia quindi non si vedeva se uno squalo stesse arrivando da te ma lo vedevi solo quando te lo trovavi di fronte faccia a faccia.
Ammetto che è sta un’esperienza molto forte perché gli squali erano tantissimi e di tutte le razze e taglie. Nessuno è stato aggredito e questo spettacolo viene organizzato regolarmente senza che si verifichino incidenti. Quindi questa esperienza cosa mi a lasciato? La consapevolezza che molte delle nostre paure sono indotte dalla cultura e che animali come gli squali sono stati scelti per incutere terrore. Come il lupo cattivo per i bambini.
BUONA ESTATE A TUTTI!
Andate a fare le vostre vacanze al mare, e se volete venite con me in Barca a vela in Croazia con una crociera nelle isole splendide isole della Croazia.