Il Bruco e la Farfalla – il rito della vita
Noi nasciamo con un corpo fisico e con un’anima che porta con se’ tutte le memorie del passato. Il corpo fisico è rappresentato dal bruco e l’anima dalla farfalla.
Il bruco vive la sua vita strisciando per terra e vivendo tutte le difficoltà e incontrando tutti gli ostacoli per poter sopravvivere.
Lui sa di dover morire e quindi la vita diventa una corsa verso la morte. Ma il bruco a un certo punto si chiude in un bozzolo e dopo un po’ si schiude per diventare farfalla.
La farfalla è la nostra anima che una volta liberata dal nostro corpo può volare libera nel cielo, può godere della bellezza e della grandezza dell’Universo.
Quella è la vera vita!
La vita sulla terra è un’esperienza simile ad una palestra dove ogni giorno ci si deve allenare per raggiungere la consapevolezza che noi non siamo il nostro corpo ma la nostra anima.
Il nostro corpo fisico è programmato per vivere tutte le emozioni negative come rabbia, rancore, invidia che ci portano a vivere la separazione dagli altri e da tutto quello che ci circonda.
Queste emozioni negative hanno una vibrazione molto bassa che ci induce a vivere la nostra vita identificandoci con il nostro corpo fisico e non con la nostra anima.
Come si può fare per vivere come anima e non come corpo fisico?
Non assecondando il nostro impulso a reagire agli eventi.
Gli eventi di per sé non hanno un valore emozionale. Siamo noi che ogni volta diamo a loro un valore.
Il cambiamento del mondo esteriore dipende dalla nostra capacità di vedere il mondo come qualcosa che è già dentro di noi e non fuori di noi.
Ho vissuto gran parte della mia vita provando un grande rancore e rabbia per come avevo vissuto la mia infanzia. Rabbia, rancore, frustrazione senso di separazione e di abbandono da parte della mia famiglia avevano condizionato le mie scelte di vita.
Ad un certo punto ho capito che se volevo liberarmi da questi irretimenti del passato dovevo andare oltre. E’ stato lì che ho incontrato Bert Hellinger Maestro delle Costellazioni familiari e sistemiche.
Grazie alla Formazione con questo maestro ho potuto sperimentare che non ci sono colpevoli e vittime, che ogni cosa che la vita ci ha portato è una prova che dobbiamo superare.
Attiriamo e ci fa stare male solo quello che dobbiamo guarire. Che tutto il gioco si svolge dentro di noi e non fuori di noi.
Non serve accanirsi contro la vita e contro gli altri, perché questo ci induce a restare attaccati al problema. E quando non capiamo la lezione diventiamo dei ripetenti, come a scuola, e dobbiamo affrontare prove sempre più dure.
Veniamo sulla Terra proprio per fare questo: liberarci da tutti i pesi, le ingiustizie e le situazioni irrisolte che ci portiamo dietro dal nostro sistema familiare e non solo.
Infatti dentro ognuno di noi sono stampate tutte le esperienze del mondo intero, dall’inizio a oggi e forse anche di quelle che devono ancora succedere. Solo passando da una porta stretta, che è rappresentata dalla nostra esperienza sulla terra, possiamo accedere al Regno dei Cieli.
In questo momento l’ombra della separazione diventa sempre più grande. Il distanziamento sociale ne è la prova più evidente.
L’impossibilità di abbracciarsi, baciarsi e toccarsi ci porta alla solitudine, alla paura, all’isolamento fisico ed emozionale.
Questo è un momento propizio per rientrare dentro di noi e misurarci con le nostre paure e riscoprire le nostre risorse, i nostri talenti. E’ un momento magico dove a fronte di una grande zona d’ombra esiste una grande zona di luce. Riscopriamo chi siamo veramente e diventiamo l’anima che siamo.
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Bertold Ulsamer – Senza radici non si vola – Edizioni Crisalide