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Kathmandu Nepal GRAZIELLA BERTOZZI

Diari di Bordo | Il mio VIAGGIO in NEPAL – Ai piedi dell’Himalaya e una giornata magica a casa di INDRA PRASAD

Estratto da: Diari di Bordo – In viaggio alla scoperta di me stessa e del mio mondo interiore

Pasqua 2004

Ieri sera tutti in pullman per andare a vedere la catena dell’Himalaya.
I bambini con i loro grandi occhi neri ci facevano da guida.
L’aria era leggera, e si sentiva forte il profumo della Grande Montagna che si avvicinava.
Tutti eravamo felici, ridenti, scherzosi come fossimo tornati bambini e quella fosse una gita scolastica.

La luce del tramonto ci sorprendeva ad ogni curva e le nuvole, grosse e grigie, facevano da guardia alla culla della civiltà, intesa come conoscenza.

E’ lì fra quelle alte cime, che si nascondono valli inesplorate, piccoli paradisi incontaminati, dove altre civiltà hanno vissuto e vivono tutt’ora.
E’ lì che risiede l’AKASANA, il Grande Archivio della Terra dove sta tutto scritto e documentato, tutto quello che è già successo e tutto quello che succederà.
Come per i ghiacciai della Patagonia, anche l’Himalaya è un posto dove sono celati i segreti del mondo, della vita di ciascuno di noi.

Le cime erano nascoste dalle nuvole, ma il loro cuore pulsava fino a noi.
La serata è passata in un luogo di meditazione dove ci hanno portato un ottimo cibo.

Alla fine tutti a ballare, musiche tradizionali nepalesi, ed io ho rivissuto me stessa a Kathmandu, o in questo luogo ai piedi dell’Himalaya, dove praticavo massaggi per alleviare le sofferenze del mondo e vivevo circondata dall’affetto di questa gente straordinaria.

E mentre facevo un massaggio alla testa di Ivana, mi sono sentita veramente in pace con me stessa e con il mondo e con il cuore traboccava di gioia, gratitudine e amore incondizionato per il tutto.

Le ruote di preghiera

Scende la notte sulla grande Stupa di Boudanath. Le ruote di preghiera girano sotto la spinta dei devoti.
E’ tutto uno scalpiccio di passi, suoni di voci e ombre che camminano in senso orario attorno alla Stupa.
I primi bazar cominciano a chiudere e file di monaci tibetani seduti per terra intonano mantra.
I colori sono vivissimi, fra il rosso e l’arancione e come il tramonto anche loro piano piano si spengono nella notte.
Dei bambini affamati mi chiedono latte, non soldi, ma poi capisco che è un gioco e anche qui serpeggia lo sfruttamento dei piccoli.
Ne compro un grande pacco e un piccolo pacco e dopo sento tutta la pressione di questi bimbi su di me. Anche un medicante mi guarda come se fossi un salvatore.
Faccio fatica, ma resisto, non li sto aiutando in questo modo.

La notte sopraggiunge, quasi all’improvviso e si accendono ad una ad una le luci dentro alle case, alle baracche e ai piccoli bazar lungo la strada per Tinciuli.
Ci inerpichiamo in silenzio su per la stradina piena di sassi e di buche sotto gli sguardi curiosi dei tibetani che sono sulla strada. I cani sonnecchiano di fronte agli usci di casa e i bambini sono tutti scomparsi all’interno di questo alveare umano.

Cara Guida, chi è Lama Mulan?

Un uomo che è vissuto già tante volte, e che è alla sua ultima reincarnazione.
Il calore che emana dalle sue mani e dal suo corpo è la prova che è un essere di luce, che è venuto su questa terra solo per amore, per aiutare gli altri, a pecorrere la propria strada più facilmente.

Cara Guida, chi è Indra Prasad?

Indra è un vecchio saggio che ancora sa sorridere col cuore e il sorriso è un modo per esprimere Dio dentro di sé. Come lo vedi fuori lui lo è dentro: pulito, essenziale, puro e delicato, ma forte e determinato.
Lascia che ti guidi qui in Nepal. Con lui potrai vedere e sentire cose che da sola ti sarà più difficile capire.

A presto,
Agonne

Incontro con l’Oracolo

Oggi Indra mi ha parlato, ha risposto ad una mia domanda dell’altro ieri.

“Cosa ne devo fare dei soldi che l’Universo mi ha inviato?”

Oggi, leggendomi la mano, mi ha detto che i miei soldi sono “chiusi nella casa”, che io coi soldi devo comprare case e terreni e che non mi devo preoccupare e che se do tutti i soldi in beneficenza resterò senza soldi per vivere. Che non devo più fare del Business ma piccole cose, per piccoli soldi, che devo vendere un paio di case e vivere serenamente di quei soldi.
Che non devo più lavorare per guadagnare da vivere, ma che posso vivere con quello che ho.
E siccome avrò una lunga vita, dovrò usare questi soldi per vivere bene.

Ho lavorato molto in passato con donne e anche in futuro una donna sarà la mia partner sul lavoro.

Sul piano affettivo l’amore per me sarà sempre un’esperienza temporanea.

Ho un sole troppo grande e questo mi basta.


Ecco gli esercizi proposti da Indra Prasad:

1° Esercizio

Respirazione del mantice – da 20 a 30 volte al mattino – Misurare il torace prima e dopo

2° Esercizio

Respirare alternativamente con le due narici: Inspirare contando fino a dieci trattenere contando fino a venti e espirare contando fino a dieci

3° Esercizio

Seduti sui talloni recitare OM 21 volte

4° Esercizio

Seduti a loto incorociare le mani dietro la schiena ed inspirando sollevare la schiena, espirando chinarsi in avanti

5° Esercizio

Sedersi sui talloni sollevarsi in ginocchio ed inspirare, espirare con la lingua fuori (simulao il grido della tigre) e gli occhi rovesciati in alto, scendendo a sedere

6° Esercizio

In ginocchio appoggiare le due mani una dopo l’altra sui talloni e buttare indietro la testa inspirando


Giornata magica a casa di Indra Prasad

Incontro con sua moglie Bina Sesta, le sorelle della moglie e la piccola figlia.
La giornata è calma, l’aria leggera che risente della Foresta che si affaccia sul paese.
La Foresta piena di suoni e di canti di uccelli, che fin dall’alba si rincorrono a suon di gorgheggi e fischietti da una parte all’altra della valle di Kanthmandu.
La Foresta che nasconde anche il passo e lo sguardo regale della tigre che ogni tanto, spinta dalla fame, si avventa su quello che trova nel villaggio.
Questa è la stagione delle rose ed il villaggio ne è pieno e con loro i profumi che aleggiano ovunque.

La gente è semplice e cordiale, e gli sguardi tradiscono una curiosità di chi non è mai o quasi mai uscito dalla valle di Kathmandu.
I bambini giocano nei tempietti dove alle quattro del mattino le donne porgono la Puja, offerta rituale alla Divinità.
Dopo la Puja le donne si trasformano in massaie, si incontrano nei lavatoi pubblici, dove lavano se stesse, i bimbi e i panni.
I colori dei sari raccolti sopra le ginocchia e i culi dei bambini nudi sotto le fontane, sono uno spettacolo di vita quotidiana che ci riporta al passato, ai quadri di Gauguin, ai nostri avi.

Le donne in Nepal, sono coloro che portano i pesi più grandi e non solo perché si alzano alle quattro del mattino per accudire la famiglia, ma fanno anche il lavoro da manovali nei cantieri edili, portando sulla fronte le fasce che sorreggono le gerle piene di mattoni e di sabbia per fare il cemento.

Sempre coloratissime e apparentemente serene, svolgono questi lavori con estrema dignità e soprattutto con un portamento e degli abiti da vere regine.

Le donne in Nepal, sono coloro che portano i pesi più grandi e non solo perché loro si alzano alle quattro del mattino per accudire la famiglia, ma fanno anche il lavoro da manovali nei cantieri edili, portando sulla fronte le fasce che sorreggono le gerle piene di mattoni e di sabbia per fare il cemento.
Sempre coloratissime e apparentemente serene, svolgono questi lavori con estrema dignità e soprattutto con un portamento e degli abiti da vere regine.

Usciti da questo paesino incantato, ci ributtiamo nella melma di Kathmandu dove il traffico è caotico e apparentemente ingestibile.
E qui, ancora di più, capisco che ognuno di noi ha un suo tracciato energetico e che se questo tracciato non deve, non incontrerà ostacoli sul suo cammino.

Animali, bambini, vecchi e giovani con moto potenti che sfrecciano sulle strade, potrebbero spaventare chiunque. Quando salgo su uno di quei taxi sgangherati, o su un autobus pubblico, non solo non sento nessuna paura, ma mi diverto pure.
L’unica cosa che mi viene da dire quando parto è: “Fai tu!” e mi metto tranquilla.

Non ho ancora incontrato un nepalese arrabbiato o un bambino che fa i capricci.
Sono tutti sereni e sorridenti. Basta sorridere per primo e tutti ti rispondono con un sorriso.


NAMASTE: che Shiva ti protegga.
E’ la parola d’ordine, la parola chiave per smuovere anche i più timidi.

Questo è un grande insegnamento, è l’insegnamento dell’umiltà.
Imparare ad essere umile, riconoscere che tutti gli uomini e donne del mondo sono uguali.
Sentire che Io sono Te, Tu sei Me e tutti siamo DIO:
è questo che sono venuta a sperimentare qui in Nepal.

Grazie a Tutti.

 

Prossimo appuntamento con i ghiacciai
della Patagonia e con la Pampa

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