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Temi Laboratori di formazione

Temi Laboratori di formazione - Graziella Bertozzi

 

Estratto dalla Conferenza sugli “Ordini dell’aiuto” 

- Dare e ricevere nelle relazioni -

 Di Graziella Bertozzi

11 settembre  2015.

 

Il metodo delle Costellazioni Familiari unisce ciò che prima era diviso.

In questo senso il metodo aiuta alla riconciliazione soprattutto con i genitori.

In particolare la riconciliazione va cercata nel rapporto con la madre. Prendere la madre così com’è, esattamente così com’è, senza giudizio aiuta a prendere la vita così com’è. Chi non prende la madre nel proprio cuore non prende la vita, rischia di non avere successo nella vita, e di non essere libero nelle relazioni, nel rapporto coi figli etc.

Nella mia pratica di lavoro incontro spesso donne che sono arrabbiate con la madre, la criticano per non corrispondere o non aver corrisposto alle proprie aspettative, la giudicano inadeguata e a volte addirittura la causa dei loro problemi esistenziali. Oppure sono in competizione con lei per avere in esclusiva l’amore del padre. Spesso questo riguarda un “irretimento” che proviene dalla famiglia del padre o da una ex fidanzata o ex moglie abbandonata dal padre.

Questo è  l’amore cieco, l’amore del bambino che guarda il genitore come un essere perfetto, che confida in lui in tutto e per tutto e non vuole distaccarsi da questa immagine, in pratica non vuole crescere. Ma la madre è molto di più di quello che molti di noi vedono, la madre è la fonte di vita, l’amore e la vita ci vengono da lei, è l’inizio di tutto, è colei che ci ha portato in grembo nove mesi, che ci ha nutrito, accolto, curato, sostenuto. È colei che trasmette e fa avanzare la vita. Prendere ciò che la madre ci ha dato senza giudizio e con gratitudine, ci fa prendere con gratitudine quello che la vita ha da darci. Da nostra madre impariamo cosa vuole dire amare, cosa vuole dire accettare l’altro e la realtà per come sono.

Ognuno di noi è per metà suo padre e per metà sua madre. Rifiutare la madre è come rifiutare una parte di noi in particolare per le donne rifiutare la parte femminile. Ognuno di noi ama i suoi genitori anche se spesso vogliamo dimostrare il contrario, ma questa verità resta. Fino a quando siamo girati indietro verso i nostri genitori e ci facciamo carico del loro destino, o li critichiamo o giudichiamo nel loro operare, non possiamo andare avanti nella nostra vita. È solo prendendo nel nostro cuore, i nostri genitori così come sono, con il loro destino, che abbiamo la forza e il potere di andare avanti nella nostra vita liberamente.

Il movimento che permette questa trasformazione durante una seduta costellazioni familiari è quando la persona si gira per andare verso la sua vita e verso il suo destino avendo dietro alle sue spalle i due genitori che la sostengono.

Spesso si può vedere che l’anima del bambino che percepisce  i genitori in difficoltà, sceglie se ritirarsi e quindi chiudersi in se stesso per non appensantire ulteriormente la situazione, fino nei casi estremi, a diventare un bambino autistico, oppure sceglie di farsi carico del destino di  uno dei due o di tutti e due. Questo riguarda il bisogno di tenere unita la famiglia per non perdere il diritto di appartenenza, una delle spinte più grandi che sente l’essere umano.

Per non perdere il diritto di appartenenza alla famiglia, con la perdita di uno dei genitori, il bambino, in modo assolutamente inconsapevole, rischia di ammalarsi al posto del genitore ed anche a morire al suo posto. La frase   che muove l’anima del bambino è: “lo faccio io al posto tuo”. Voler “salvare” la propria madre o il proprio padre dal suo destino porta ad essere legati alla loro vita e a non poter vivere liberamente la propria. Purtroppo ci sono casi di persone che pur diventate adulte non hanno superato questo passaggio da “lamore cieco” a lamore consapevole” dell’adulto e preferiscono morire piuttosto che essere grati alla madre. Le costellazioni familiari sono al servizio della sopravvivenza e della continuazione della vita e ci mostrano come ognuno di noi fa parte di un sistema più grande che è quello familiare in cui noi tutti siamo indissolubilmente legati. Questo “Sistema” ha il compito di pareggiare i conti, riportare ordine dove c’è stato disordine, armonia dove c’è stato conflitto, giustizia dove c’è stata ingiustizia e far rifluire l’amore dove si era bloccato. E lo fa servendosi delle nostre vite e dei nostri destini. È come un compito che ognuno di noi ha quando viene al mondo, cioè quello di essere al servizio della “Vita” aiutando il “Sistema” a compensare ciò che è rimasto sospeso.

Anche la madre è spesso collegata a qualcuno del sistema familiare di cui porta il destino. Se la  madre guarda, nel senso che è collegata, in modo inconsapevole, a qualcuno che ha sofferto un ingiustizia o che si è suicidato, per portare alla luce questo triste destino, dare pace alla persona suicida, a sua volta potrebbe essere spinta al suicidio. Se la madre non fa questa esperienza potrebbe essere la figlia o il figlio che senza saperlo si fa carico di questo. E questo spiegherebbe alcuni casi di persone che hanno sentito questa forte spinta dal di dentro di seguire qualcuno del sistema familiare nella morte. Ho almeno  due casi di persone nella mia esperienza di vita. Una riguarda una donna che pur di non inchinarsi di fronte alla madre, riconoscerla ed esserle grata per quello che le aveva dato ha preferito morire di cancro. Ha inizito con la malattia all’età di 18 anni ed ha sviluppato nel corso dei suoi sessanta anni di vita ben cinque cancri per poi lasciarsi andare nella morte. Ha sostenuto in tutta la sua vita che i suoi genitori ed in particolare sua madre le avevano rovinato la vita. È evidente che la percezione di questa donna era molto diversa dalla realtà dei fatti. Per quello che ne so i genitori erano stati con lei sempre di grande sostegno e amorevoli. Un’ esperienza molto recente, invece, che mi ha molto toccato, riguarda una donna che nonostante il suo aspetto solare, i suoi tanti talenti, le tante amicizie e interessi, due bellissimi figli e un marito che l’ama, ha preferito porre fine alla sua vita. È come se una forza più grande di lei l’abbia spinta a questo gesto estremo, che apparentemente non ha spiegazioni comprensibili razionalmente. Apparentemente il suo era un bisogno estremo di riconoscimento in particolare da parte della madre che lei diceva non aveva mai approvato il suo modo di vivere. Ma se  anche fosse così ciò non spiegherebbe una decisione così disperata. L'unica riflessione che mi viene da fare è che queste due persone fossero vittime di un forte “irretimento” derivante dal collegamento con qualche membro del loro sistema familiare.

 

Grazie dell’attenzione

Buona serata a tutti

Graziella